Come donare bene è un tema attuale. Significa come «conquistare l’interesse e la fiducia dei donatori, perché la capacità di dimostrare la qualità dell’impatto generato dagli enti sta diventando un fattore decisivo, se non essenziale». Di questo si occupa Luca Stocco che ho intervistato a Ma che Razza di Umani e che ci regala una prospettiva, forse ancora molto anglosassone, e da non sottovalutare. Lui è il giovane e talentuoso Umano che ha co-fondato Benefficienza.
Con lui abbiamo cominciato a interrogarci sulla parola evidenza. Ho pensato di condividere qui le nostre riflessioni così da avere anche altri pareri, suggerimenti, approfondimenti e visioni.
Evidenza
Deriva dal latino evidentia a sua volta originata da evidens -entis che significa evidente. Il termine latino è composto dalla particella intensiva e- più videns, participio presente di vidēre che significa vedere. Perciò evidenza indica ciò che è chiaramente visibile o manifesto. Un’altra parola che condivide la stessa radice di vidēre è visione, un termine che il non profit usa spesso.
L’evidenza per Luca Stocco è anzitutto ‘tecnica’: parliamo di effective giving che deriva dall’«usare le migliori evidenze statistiche disponibili per generare il massimo impatto positivo, attraverso le donazioni. Un approccio cruciale, perché alcune organizzazioni hanno un impatto positivo anche 100 volte maggiore rispetto alla media. Per questo sarebbe auspicabile vedere un aumento delle valutazioni indipendenti basate sull’impatto, fornendo così ai donatori la possibilità di fare scelte informate».
In sostanza l’evidenza per Luca Stocco è la valutazione costo-efficacia dell’ente e Con il suo contrario non è incertezza o ambiguità, bensì inefficienza.
«Il profit è strutturato in modo che ci sia un meccanismo che promuove l’efficienza per cui le risorse vengono allocate in modo ottimale, al fine di diminuire gli sprechi e aumentare il valore del prodotto o servizio. Perciò tutti noi consumatori abbiamo ormai esperienza diretta della qualità del bene o del servizio che acquistiamo. Questa consapevolezza stimola le aziende a rimanere competitive. Tale meccanismo però generalmente manca al non profit italiano, in quanto il donatore non è la persona a cui è destinato il servizio della onp. Perciò, chi dona spesso non ha esperienza diretta del valore generato dalla buona causa. Certo viene ingaggiato, soprattutto emotivamente con lo storytelling che però non dà la concreta misura dell’impatto sociale. Puntare sull’evidenza è dunque un incentivo ad essere efficienti». Un altro modo per essere generativi.
Che ne pensi? Che ne pensano i tuoi colleghi? E i tuoi donatori?
Grazie per l'occasione di condividere queste riflessioni!